di Redazione, #Marche
Un lavoro congiunto di istituzioni, cittadini comuni, parenti delle vittime, Anpi, ha consentito, ieri, di collocare la lapide dei Caduti Civili del Boncio lungo la strada Provinciale 131 in località Babbucce. Un luogo crocevia di tre comuni – Pesaro, Gradara e Tavullia – e del ricordo di una Seconda Guerra Mondiale voluta dai nazifascisti che, proprio in queste colline degradanti verso il mare, costò la vittima a migliaia tra militari, partigiani e civili.
«Qui si respira libertà – ha detto Marco Perugini, presidente Consiglio comunale di Pesaro -. Nonostante la pandemia e tanta preoccupazione abbiamo voluto portare avanti, con forza, questa iniziativa. Insieme alle Amministrazioni di Gradara e Tavullia ci siamo coordinati e abbiamo lavorato per portare a casa un piccolo, grande risultato. Di cui siamo orgogliosi, perché anche in questi momenti bui non dobbiamo dimenticare i sacrifici importanti fatti da altri, in tempi ancora più difficili di quelli attuali. Guai a dire “serve ben altro in questi momenti”: le priorità si mettono in fila e il dovere del ricordo è tra queste».
Sono sei le vittime di quel 27 agosto 1944 ricordate dalla “pietra della memoria”: Guido Bastianelli, Giuseppe Biagini, Igino Magrini, Enrico Mazzanti, Ciro Moroni, Aldo Paci.
«Vorrei riuscissimo a collocare queste pietre in tutti i luoghi della Provincia dove è stato vissuto il sacrificio dei nostri compaesani che hanno dato la vita per la libertà – ha aggiunto Giuseppe Paolini, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino -. Sarebbe bello costruire un percorso che dal monumento ai Tre Martiri di Pesaro arrivi a Parchiule passando per il Boncio, a tracciare una “Strada della Memoria” in cui far camminare i giovani. Ricordare è un’azione necessaria: se non sappiamo da dove veniamo noi e la nostra democrazia, mettiamo a rischio il nostro futuro».
In prima fila, per portare a compimento le volontà segnalate dai parenti dei caduti, in particolare di Walter Magrini, Federico Mammarella, consigliere comunale di Gradara: «Abbiamo deciso di unire le istituzioni coinvolte per dare un segnale importante e portare a conclusione un lungo percorso iniziato 2 anni fa a Gradara, quando inaugurammo per la prima volta questa lapide. La memoria è uno dei beni più preziosi che dobbiamo, come cittadini, preservare e onorare».
Michele Matteucci, presidente Consiglio comunale di Tavullia ha ringraziato i tanti presenti: «Una partecipazione ampia, inaspettata e commovente. Queste lapidi sono un monito fondamentale per non dimenticare le vittime, le battaglie fatte e, soprattutto, per non ripetere gli errori compiuti nel passato. Dobbiamo essere grati per quanto è stato fatto, per la libertà di cui oggi godiamo».
«Queste pietre traducono il ricordo e la storia, il piano individuale e quello generale, in memoria collettiva. Da oggi la lapide, e la terra che la accoglie, sarà un luogo per tutti, che guiderà e insegnerà la storia ricordando chi è caduto qui e per quali motivi. Spero che la curiosità porti a conoscere sempre più ciò che ci circonda, il nostro passato» ha detto Matilde Della Fornace, presidente Anpi sezione di Pesaro, prima di lasciare la parola a Francesco Del Bianco, Anpi Pesaro, e al suo lucido racconto dei fatti avvenuti in un luogo che più di altri della Linea Gotica, «fu teatro di battaglie e atrocità che ancora segnano il ricordo dei superstiti e di chi vive questi luoghi».
Alle vittime civili di Babbucce, località Boncio, 27 agosto 1944
Nelle prime fasi delle operazioni di attacco alla Linea Gotica, durante un bombardamento aereo alleato delle fortificazioni tedesche a difesa del passo ferroviario del Boncio, persero la vita cinque civili, obbligati dal comando di occupazione tedesco, nei lavori di rafforzamento di un bunker. Le vittime: Guido Bastianelli, Giuseppe Biagini, Igino Magrini, Enrico Mazzanti, Ciro Moroni, Aldo Paci.
I Comuni di Gradara, Tavullia, Pesaro insieme al Comitato provinciale Anpi di Pesaro e Urbino, hanno voluto porre questa lapide pe mantenere vivo il ricordo delle vittime facendo propria l’esigenza di Walter Magrini, figlio di Igino, e degli altri testimoni ancora viventi.
Il ricordo va anche a coloro che non sono stati rintracciati.
(29 agosto 2021)
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