di G.G.
Dunque le sinistre-vediamo-chi-è-più-a-sinistra-a-suon-di-slogan marcata ad ogni cartello stradale da Schlein e Conte ha preso un’altra sonora sberla in Molise dove il 62,3% del 48% che è andato al voto ha votato a destra. Toccherebbe chiedersi il perché senza fermarsi alle superficiali analisi sull’astensione come causa di tutti i mali perché qui se c’è una causa di tutti i mali di queste sinistre o autonominatesi tali – dopo che Conte ha governato con tutto l’arco costituzionale osannando misure, mentre le votava, che oggi rinnega nei fatti – è che non ci sono proposte e si continua a cercare alleanze sul nulla. Poi certo: un Landini di qua, un Gay Pride di là, un saluto a Conte, un invito di Conte, un Grillo parlante. Programmi? Non se ne vedono. Ma è la nebbia.
Se avessi votato alle primarie del PD avrei votato Elly Schlein, (e avrei fatto male, me ne accorgo oggi), perché pare proprio che se c’è un politico in giro per il PD che potrebbe prendere le misure a ciò che sta succedendo quello è Bonaccini. Che infatti preferisce tacere.
Di questo passo, incarnando Meloni perfettamente il difettume italiano che non si fa mancare nemmeno alle sinistre, la leader di FdI vincerà, tornerà a vincere e vincerà ancora. E loro, arguti, ad aspettare che sbagli per regalare due parole di opposizione di circostanza salvo poi tornare ai sogni di gloria, di coalizione e ai programmi che non si vedono. Chi lo ha detto che Meloni vincerà a lungo? Nessuno, a parole; ma basta guardare con chi si è schierato Renzi in Molise perché l’attuale direttore editoriale de Il Riformista tra i milioni di difetti che gli si riconoscono, ha l’insostituibile pregio di capire in che direzione va la politica con larghissimo anticipo.
E mi viene da dire che per fortuna quella domenica delle primarie ho preferito non uscire.
(27 giugno 2023)
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