di Giovanna Di Rosa
Venti milioni di euro spesi per 246mila euro incassati: almeno stando a quanto scrive Open Online che annuncia la chiusura dopo meno di due anni dell’esperimento abortito voluto dall’ex ministro Franceschini, ITsArt “La Netflix della cultura italiana” come da definizione dell’ex ministro.
La piattaforma era aperta dal maggio del 2020 in pieno lockdown e avrebbe dovuto proporre documentari, film, serie, spettacoli, musica proprio come se non ci fossero altre piattaforme che facevano lo stesso, magari anche meglio dentro all’augusta idea ministeriale di offrire contenuti culturali con un’altra modalità: non abbiamo mai capito quale questa modalità altra fosse. La piattaforma, continua Open Online, avrebbe dovuto aiutare il mondo della cultura in presenza reso invisibile dalla pandemia per poi mantenere il progetto vivo dopo la fine delle restrizioni. Invece il progetto è morto. Motivo? Mere ed irrilevanti questioni economiche – venti milioni di euro spesi e 246mila incassati – e niente trippa per chi voleva “seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa”.
Al servizio sono registrati 146mila utenti che vedono contenuti a pagamento che però, e qui Open Online cita Il Giornale, sono visibili gratuitamente anche su Youtube. Un velo pietoso va steso sui prezzi: folli. Dai 2 euro per il noleggio di un film ai 5 euro per l’acquisto, per arrivare a 10 euro per il biglietto di uno spettacolo in streaming live.
La piattaforma ha chiuso il 29 dicembre. Un trionfo.
(7 gennaio 2023)
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